Passa ai contenuti principali

Post

Il siluramento del "Miguel Cervantes" - La Regia Marina nella guerra civile spagnola

(Il sommergibile italiano Antonio Sciesa, tra i primi ad essere inviati ad operare lungo le coste spagnole) Niente sommergibili per Franco L'intervento italiano nella guerra civile spagnole coinvolse ovviamente anche la Regia Marina Italiana, l'obiettivo principale fu naturalmente quello di bloccare i rifornimenti verso la Spagna Repubblicana.  Nel Novembre 1936 apparve chiaro che la flotta nazionalista non era in grado da sola di fermare gli aiuti destinati ai repubblicani, tuttavia i comandi della marina italiana erano riluttanti alla cessione dei sommergibili agli spagnoli, privarsi di mezzi così costosi in un momento chiave per l'ammodernamento della flotta era fuori discussione. L'ammiraglio Cavagnari si oppose quindi con ogni mezzo a questa eventualità, spiegando anche le difficoltà logistico-organizzative di un evento simile visto che sarebbe stato necessario dislocare i sommergibili a Cadice ed effettuare un periodo d'addestramento pe
Post recenti

Il battesimo dello squadrismo fascista

(L'Hotel Balkan in fiamme) Una polveriera pronta ad esplodere La genesi dello squadrismo fascista organizzato può essere facilmente identificata con i fatti avventi il 13 Luglio 1920 a Trieste. In quel periodo la tensione tra italiani e jugoslavi nei territori limitrofi al neonato Regno dei Serbi, Croati e Sloveni era altissima, nella città di Spalato (appartenente agli jugoslavi) dove risiedeva una consistente comunità italiana gli incidenti tra italiani e slavi erano all'ordine del giorno fin dai primi mesi del primo dopo guerra. Già il 18 Novembre 1918 il governo provinciale della Dalmazia impose a tutti i funzionari pubblici di prestare giuramento al re del neonato regno. Gran parte degli italiani presenti in quei territori si rifiutò di giurare finendo così per essere sollevati da ogni incarico pubblico. Il 6 Gennaio 1919 la popolazione slava di Traù (una cittadina a circa 30 Km da Spalato) stuzzicata dalla notizia di un'imminente occupazione

L'Auschwitz d'italia

(La risiera di San Sabba) "Qui andrà benissimo..." Dopo l'8 Settembre 1943 l'Italia si ritrovò spezzata in due, dal Lazio in su occupata dai tedeschi mentre al sud formalmente sotto l'amministrazione del governo Badoglio, ma de facto occupata dagli alleati. Il 23 Settembre, Mussolini liberato dai tedeschi annuncia la costituzione di un nuovo stato italiano posto sotto la sua guida, nacque così la Repubblica Sociale Italiana. (La suddivisione dell'Italia dopo l'8 Settembre) Il nuovo stato possedeva una libertà d'azione estremamente limitata, fu chiaro fin da subito che il neo costituito stato fascista era indipendente esclusivamente sulla carta. I tedeschi operarono sulla R.S.I. con piena libertà d'azione riducendo la repubblica di Mussolini ad un semplice protettorato o stato satellite che dir si voglia. Sotto la scusa delle necessità belliche il Reich tedesco occupò il Trentino-Alto Adige, la provincia di Belluno, Friuli

Wunderwaffen - L'Italia e le armi miracolose tedesche

(Una Rurhstahl SD 1400 "Fritz X" esposta al museo della RAF) Le armi miracolose Le wunderwaffen massima espressione della tecnologia e soprattutto dell'inventiva bellica tedesca, sono un chiaro esempio come un conflitto possa accelerare lo studio e lo sviluppo di alcuni campi scientifici che altrimenti non sarebbero stati in grado di portare alla luce tali invenzioni in tempo di pace, per quanto il concetto della guerra possa risultare spregevole è chiaro e visibile a tutti che essa già ad esempio nella prima guerra mondiale abbia condotto l'umanità alla scoperta di invenzioni rivelatesi poi utilissime anche in tempo di pace e presenti ancora oggi.  Le ormai famose wunderwaffen o armi miracolose hanno attirato per anni e continuano ad attirare ancora oggi l'attenzione di studiosi ed esperti della storia militare. Tra le più famose vi sono le V1 e le V2, l'ME-262 uno dei primissimi caccia a turbogetto della storia. L'Italia e le wu

"La più potente nave da guerra che l'arte navale abbia mai espresso"

(La RN Caio Duilio all'entrata in servizio nel 1880) Una sfida italiana Era l'ormai lontano Marzo 1873, il Regno d'Italia si era costituito da appena dodici anni eppure c'era già chi in Italia pensava di poter lanciare la sfida alle potenze marittime per il controllo del Mediterraneo. Simone Saint-Bon contrammiraglio della Regia Marina presentò al parlamento italiano il progetto di costruzione della classe Caio Duilio, una tipologia di nave che se realizzata avrebbe modificato i rapporti di forza marittimi nel Mediterraneo (e non solo) a favore dell'Italia. Il parlamento approvò con entusiasmo il progetto e il contrammiraglio fu nominato qualche mese dopo ministro della marina. Saint-Bon aveva presentato al parlamento un progetto dell'ingegnere navale Benedetto Brin, progetto che in realtà aveva già visto la luce dato che l'impostazione delle due navi della classe Caio Duilio (Enrico Dandolo e Caio Duilio) era già iniziata fin dai primi mesi del 1

La vittoria perduta

(Due soldati italiani mostrano una bandiera britannica catturata in seguito alla conquista del Somaliland) Togliersi la spina nel fianco Il 10 Giugno 1940 l'Italia entra in guerra al fianco della Germania in quella che rapidamente evolverà in un conflitto totale e mondiale. Liquidata la Francia già agonizzante l'Italia si trovava ad essere l'unica potenza dell'Asse a combattere i britannici su fronti terrestri, questo entusiasmava Mussolini, entrato in guerra proprio per cogliere in extremis il frutto della vittoria. I fronti nei quali gli italiani sono impegnati sono ovviamente quelli africani, a nord quello principale tra Libia ed Egitto. A sud l'impero voluto da Mussolini si vedeva praticamente circondato da possedimenti britannici e tagliato fuori da ogni possibile contatto con la madre patria. Dall'Italia infatti non può giungere alcunché, canale di Suez e Gibilterra nelle mani dei britannici lo impediscono. Il vicerè d'Etiopia, Duca Am