Nel non lontano 2007 nelle sale cinematografiche uscì un film chiamato "300", ispirato all'omonimo fumetto di Frank Miller.
Il film ed il fumetto, prendono ispirazione da fatti realmente accaduti, ma è veramente andata come narrato nel film? Scopriamolo!
Nel 480 a.c. la principale potenza del mondo antico è l'Impero Achemenide (Detto comunemente Impero Persiano).
Dieci anni prima, i Persiani guidati da Dario I decisero di inviare una spedizione in Grecia per punire Atene ed Eretria, colpevoli di aver sostenuto le polis della ionia nella rivolta contro i persiani.
L'esercito persiano, assediò, conquisto e poi rase al suolo Eretria. Mossero poi in direzione di Atene, dove fu però inaspettatamente e sonoramente sconfitto dal piccolo esercito ateniese.
La grave e decisiva sconfitta (Battaglia di Maratona), costrinse almeno momentaneamente i persiani ad abbandonare l'Attica ed a rinunciare alla conquista della regione.
Circa dieci anni dopo, Serse I (Figlio di Dario I) divenne il nuovo Re di Persia dopo la morte del padre.
Serse dopo aver represso con successo la rivolta egiziana, spostò nuovamente le sue mire espansionistiche sulla Grecia, desideroso di vendicare la sconfitta di Maratona, iniziò a raccogliere un altro poderoso esercito.
L'attacco alle polis greche venne pianificato con estrema cura. I persiani costruirono un ponte galleggiante sull'Ellesponto (Chiamato oggi stretto dei Dardanelli), dando prova di essere estremamente determinati ed organizzati.
Sull'effettivo numero di uomini che annoverava l'esercito persiano, le notizie sono discordanti, Erodoto affermò che fossero state radunate oltre due milioni di unità, gli storici moderni però stimano il numero delle truppe persiane tra le trecentomila e cinquecentomila uomini.
Per quanto riguarda la flotta, è stimato che i persiani misero insieme un migliaio di imbarcazioni.
I greci si stavano preparando in vista di una seconda guerra contro i persiani, ma gli eserciti delle singole polis erano nettamente inferiori per numero rispetto a quello persiano, così nel 481 a.c. a Corinto i rappresentati delle varie polis greche riuscirono a costituire un alleanza militare.
Da segnalare però l'assenza di molte polis, su tutte Tebe, che preferì restare neutrale.
Vi furono anche alcune polis che si allearono con i persiani, come Argo, che spesso in contrasto con Sparta preferì l'alleanza con Serse.
L'esercito degli alleati greci non era costituito da una forza permanente, in quanto solo Sparta possedeva un vero e proprio esercito. Il resto delle polis iniziò così a raccogliere dei contingenti quando questo fu reso necessario.
Nell'estate del 480 a.c. l'esercito persiano era in marcia verso la regione dell'Attica. Gli alleati greci vennero a sapere tramite una spia che Serse sarebbe passato per il passo delle Termopili.
Nonostante in Grecia fosse il periodo delle feste carnee durante le quali era considerato un sacrilegio combattere, vista la pericolosità incombente venne deciso di inviare una spedizione per bloccare i persiani al passo delle Termopili.
Nella marcia verso le Termopili, gli spartani guidati da Leonida(Partiti in 300) raccolsero altre truppe dagli alleati greci, arrivando così a formare una spedizione di 7.000 uomini.
Arrivarono così ad accamparsi nel punto più stretto del passo, detto "porta di mezzo".
Verso la metà di Agosto, i ricognitori greci avvistarono l'imponente esercito persiano, i greci spaventati dall'enorme armata persiana iniziarono a parlare di ritirata e nacquero dei dissidi tra peloponnesiaci e il resto degli alleati, i primi iniziarono a pensare di ritirarsi per andare a difendere l'istmo di Corinto.
Leonida prese in mano la situazione e riuscì a placare i dissidi e decise di restare per difendere il passo delle Termopili.
Una volta arrivato nei pressi del passo, Serse inviò un suo ambasciatore, offrì ai greci in cambio della resa il titolo di "amici del popolo persiano". Leonida rifiutò ed al rifiuto l'ambasciatore intimò loro di gettare le armi, il spartano rispose "Che vengano loro a prenderle". Serse incredulo, attese altri quattro giorno, poi iniziò a muovere battaglia.
L'angusto passaggio delle Termopili, consentiva all'esercito greco di poter difendere il passo nel migliore dei modi, riducendo così lo svantaggio numerico che avevano nei confronti dei persiani.
Viceversa, per Serse il campo di battaglia era assolutamente sfavorevole, per l'attaccante il passo poteva risultare un vero incubo.
Serse non se ne preoccupò molto, aveva individuato un sentiero sulla montagna circostante che conduceva direttamente all'altipiano dietro le posizioni del nemico.
Leonida anche lui a conoscenza del sentiero, e vi schierò quasi un migliaio di uomini della polis focese di guardia.
La Battaglia
Il primo giorno della battaglia Serse aprì le ostilità ordinando ai suoi arcieri (5.000 unità) di iniziare a colpire il nemico.
Tale azione però non ebbe il risultato sperato, i greci forti dei loro scudi di bronzo riuscirono a limitare i danni.
Venne così il momento del primo scontro tra fanti, Serse ordinò a circa diecimila uomini di attaccare frontalmente la falange greca.
I greci combatterono spalla a spalla, restando in formazione e si dimostrarono superiori per valore e misura dei loro scudi.
I persiani armati di armi corte, trovarono non poche difficoltà nell'avvicinare la falange greca che armata di lance riuscì a fronteggiare con successo il nemico.
Serse colpito dalla resistenza greca si spazientì ed ordinò che l'attacco successivo venisse condotto dagli immortali, l'unità d'élite dell'esercito persiano.
I greci però ancora una volta ebbero la meglio grazie alle loro armi lunghe. Durante lo scontro i greci finsero più volte di ritirarsi, così da trarre in inganno il nemico che si lanciava disordinatamente all'inseguimento, venendo infine colto di sorpresa quando gli spartani arrestando la loro ritirata si giravano colpendoli con le loro lance.
I persiani dovettero così ritirarsi ed interrompere l'attacco, che venne rimandato al giorno successivo.
Il secondo giorno della battaglia fu quasi una replica del primo, con i persiani che impattavano sulla falange greca senza cogliere grandi successi.
Serse continuò però con le ondate, sperando che la superiorità numerica avrebbe prima o poi giocato un ruolo determinante ai fini dell'esito dello scontro.
E' in questo momento che Serse, informato qualche giorno prima da un traditore greco del sentiero di montagna, invia un suo generale, Idarne, con circa dieci mila uomini convinto di poter aggirare e distruggere le forze greche.
All'alba del terzo giorno, Idarne arrivò a contatto con i militi focesi posti da Leonida a guardia del sentiero di montagna.
Il generale persiano però non ingaggio battaglia, si limitò a far scoccare una raffica di frecce, i focesi sorpresi si ritirarono sulla montagna, pensando di poter condurre meglio la battaglia da li. Ma contrariamente a quanto si aspettassero, i persiani rinunciarono, proseguirono invece verso l'altopiano per poter portare a termine l'accerchiamento.
Leonida informato dei fatti, convocò immediatamente un consiglio di guerra. Molti dei comandanti greci decisero di far ritirare le loro divisioni. Leonida invece decise di restare, con lui rimasero anche i Tespiesi guidati dal generale Demofilo.
La scelta di Leonida è ancora molto discussa, le ipotesi più accreditate sono un paio, quella classica è che decise di restare per non dover subire l'onta della ritirata, pratica vietata all'esercito spartano; secondariamente si è pensato che Leonida volesse restare per fare da schermo al contingente greco che batteva in ritirata.
Le forze alleate greche rimaste a difesa del passo delle Termopili scese quindi a circa 1.500 uomini.
Serse inviò diecimila fanti a caricare frontalmente la falange greca, quest'ultimi in evidente inferiorità numerica arretrarono per poter avere più spazio di manovra, con l'intento di poter uccidere quanti più persiani possibile.
Leonida perì proprio nei primi minuti della battaglia, il suo corpo venne difeso fino alla fine dai suoi uomini.
Quando i greci si accorsero dell'arrivo di Idarne, si ritirarono sulla collina antistante per poter condurre in formazione un ultima disperata resistenza.
Circondati e allo strenuo delle forze, i greci combatterono fino all'ultimo uomo, non vi fu nessun sopravvissuto.
La battaglia delle Termopili costò ai persiani circa 20.000 o 25.000 morti, mentre i greci persero tra i 4.000 e i 5.000 uomini.
La battaglia delle termopili è nell'immaginario collettivo, un'evento quasi mitologico, che corrisponde però a realtà, il sacrificio degli spartani ed il coraggio mostrato dalle truppe greche sarà d'ispirazione per le epoche a venire.
La seconda invasione persiana della Grecia, si conclude con una nuova e definitiva sconfitta per gli invasori, cui culmine è senza ombra di dubbio la battaglia navale di Salamina, di cui parleremo senza alcun dubbio quando arriverà il momento (23 Settembre).
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