Il
18 Agosto di settantasette anni fa, fu il
giorno più duro della
battaglia d'Inghilterra, in cui entrambi gli schieramenti subirono il
maggior numero di perdite.
Nel 1940 dopo aver sconfitto la Francia, la Germania nazista cercò di raggiungere un accordo diplomatico con la Gran Bretagna, quest'ultima guidata da Winston Churchill però, rifiutò le offerte di pace avanzate da Hitler.
Vista
l'impossibilità di portare a termine il conflitto tramite una
soluzione diplomatica, la Germania doveva decidere quale strategia
adottare per costringere i britannici alla resa.
Nacque così l'Operazione Leone Marino, nome in codice dell'invasione dell'Inghilterra.
L'invasione
del territorio inglese aveva due grandi ostacoli; la Royal Navy
(Marina militare britannica) e soprattutto la Royal Air Force
(Aeronautica militare britannica).
Il dominio dei cieli era necessario se si voleva avere una qualche speranza di riuscita dell'operazione.
Il dominio dei cieli era necessario se si voleva avere una qualche speranza di riuscita dell'operazione.
La
Luftwaffe, non aveva però una preparazione adeguata allo scontro con
la R.A.F. gli stormi tedeschi erano infatti addestrati per battaglie
a corto raggio e come supporto alle unità di terra.
Per
quanto riguarda la produzione degli apparecchi invece, lo sforzo
maggiore era stato posto nella produzione dei bombardieri, ritenendo
che la neutralizzazione delle forze aeree nemiche sarebbe avvenuta
tramite la distruzione degli apparecchi avversari a terra, in
aeroporto.
La
Gran Bretagna doveva organizzare la propria difesa, sia in terra che
in cielo. Per quanto riguarda le forze di terra, oltre all'esercito
vennero reclutati un buon numero di civili, una sorta di "Guardia
Nazionale".
Punto
di forza della difesa inglese, era la rete d'allarme, l'invenzione
del radar fu determinante, dislocando varie stazioni lungo la costa
della Manica. Quando gli apparecchi nemici superavano la portata dei
radar, le stazioni venivano supportate da gruppi di avvistatori,
"armati" semplicemente con dei binocoli.
L'inizio dell'attacco venne fissato per il 12 Agosto, ma a causa delle scarse condizioni meteo però solo una parte delle squadriglie prese il volo. Obiettivo, le stazioni radar nemiche lungo la Manica. Apparecchi dell'unità speciale di caccia-bombardieri Erprobungsgruppe 210 attaccarono quattro stazioni radar, di queste, tre furono messe fuori servizio, ma tornarono operative nel giro di qualche ora.
Successivamente,
la Luftwaffe iniziò ad attaccare gli aeroporti della R.A.F. situati
sulla Manica, credendo così di poter mettere fuori uso, la forza di
primo intervento dell'aviazione britannica.
Il
15 Agosto, le forze aeree tedesche sferrarono un attacco da nord,
utilizzando la luftflotte di base in Norvegia. Lo stormo d'attacco
tedesco era composto da 65 Heinkel He
111(Bombardiere)scortati da 34 Bf 110s (Caccia
pesante). I britannici colti di sorpresa poterono reagire con un
esiguo numero di caccia Spitfire, che nonostante
l'inferiorità numerica, riuscirono ad abbattere una gran quantità
di bombardieri nemici. L'insuccesso tedesco, è da attribuire
all'inadeguatezza della scorta, i Bf 110s infatti erano decisamente
inadatti allo scontro, poco maneggevoli rispetto agli Spitfire
britannici.
A
partire dal 24 agosto, la Luftwaffe concentrò tutta la propria forza
nel tentativo di annientare il Comando Caccia Britannico e
si dedicò ad attaccare gli aeroporti. Dei trentatré attacchi
condotti nelle due settimane successive, ben ventiquattro furono
contro gli aeroporti.
Questo
fu il periodo più difficile per gli inglesi, le perdite erano salite
esponenzialmente e se gli aerei erano facili da rimpiazzare, ben più
difficile era rimpiazzare i piloti.
La Luftwaffe però non si rendeva conto del successo che stava per cogliere, le forze aeree britanniche sulla Manica erano vicine al collasso, ma i tedeschi iniziarono a spazientirsi, le perdite dei bombardieri erano non indifferenti e ai loro occhi il potere della R.A.F. era rimasto invariato.
I capi di stato maggiore tedeschi in accordo con Hitler decisero quindi di cambiare strategia, le città inglesi ed i centri urbani lontani da obiettivi militari non erano stati colpiti fino ad allora, si decise così per l'attacco a Londra.
I
raid sulle città, si pensò, avrebbero scosso l'opinione pubblica
britannica, facendo loro accettare la resa.
Il 7 Settembre vi fu il primo raid aereo su Londra, obiettivo di questo raid, le installazioni portuali dell'East End.
Gli
attacchi su Londra, continuarono a discapito degli attacchi contro le
installazioni aeroportuali. Questo allentamento della pressione
contro le proprie infrastrutture ridiede fiato alla R.A.F. che riuscì
così a riottenere la superiorità nell'Inghilterra meridionale,
pesantemente colpita nelle settimane precedenti. Fu il punto di
svolta della campagna.
La nuova strategia tedesca si dimostrò completamente fallimentare, Londra era più lontana dalle basi tedesche, i caccia di scorta arrivavano quindi sull'obiettivo con poca autonomia, tanto che spesso i bombardieri dovevano concludere o rientrare dalla missione senza alcuna scorta, fatto che come possiamo facilmente intuire li rese facili bersagli.
Il 15 Settembre, la Luftwaffe perse ben sessanta apparecchi, era ormai chiaro il totale fallimento delle forze aeree tedesche.
Qualche giorno dopo, Hitler decise di rinviare a tempo indeterminato l'attuazione dell'Operazione Leone Marino, vista l'impossibilità di controllare i cieli sulla Manica.
I
raid sulla Gran Bretagna però continuarono, i bombardamenti furono
più sporadici e diretti verso le città (Principalmente Londra),
l'obiettivo non era più ottenere la superiorità aerea ma infliggere
gravi danni, soprattutto morali alla popolazione inglese.
I
bombardamenti che prima avevano obiettivi prettamente militari,
divennero indiscriminati, tanto che si arrivò ad utilizzare anche le
bombe incendiarie.
Nel complesso, la battaglia d'Inghilterra fu una determinante vittoria britannica, che scongiurò un'invasione del proprio suolo e costrinse la Germania che cercava una rapida soluzione ad una guerra lunga e spossante.
Il
successo dei britannici, consenti loro di poter ricostruire la loro
forza militare e di convincere l'opinione pubblica che la vittoria
fosse possibile.
La
R.A.F. perse 1.023 caccia e 524 tra bombardieri e aerei del Coastal
Command, mentre la Luftwaffe perse 1.887 apparecchi, di cui 835
caccia.
Il
totale delle perdite civili britanniche tra il luglio e il dicembre
del 1940 fu di 23.000 morti e 32.000 feriti.
Partecipazione italiana alla battaglia d'Inghilterra
Ben pochi sanno, che anche l'Italia partecipò alla battaglia d'Inghilterra.
Per
volere di Mussolini, la Regia Aeronautico inviò un corpo di
spedizione rinominato Corpo Aereo Italiano.
Comprendeva
centosettantacinque apparecchi, la cui forza da bombardamento era
composta da 75 FIAT BR.20 mentre per quanto riguarda la caccia di
scorta era composta da 50 FIAT CR.42 e 45 FIAT G.50, a completare il
corpo aereo, cinque CANT Z1007 da ricognizione terrestre e marittima.
Il
C.A.I. portò a termine 17 missioni di bombardamento ai danni
dell'Inghilterra meridionale, con discreti successi.
L'inadeguatezza
dei FIAT CR.42 però rese molto pericolose le missioni, che vennero
dimezzate in quanto si preferì utilizzare come scorta esclusivamente
i FIAT G.50.
Le
forze aeree italiane continuarono le incursioni anche dopo la fine
della vera e propria battaglia d'Inghilterra per poi rientrare in
Italia alla fine del Dicembre del 1940.
D.M.
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