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Gli spagnoli di Hitler


(Stemma della divisione volontari spagnoli)


La Spagna e la seconda guerra mondiale

Dopo una sanguinosissima guerra civile la Spagna era praticamente una nazione in piena ricostruzione post bellica. 
Nonostante fosse ideologicamente schierata con le nazioni dell'asse, non poteva permettersi in alcun modo un coinvolgimento diretto nel conflitto.
Dopo la caduta della Francia nel '40, Germania ed Italia cercarono di convincere Franco ad entrare in guerra, promettendogli Gibilterra e possedimenti coloniali in nord africa, ma il dittatore spagnolo prese tempo, chiese inizialmente enormi quantità di materie prime alla Germania (strategia simile a quella adottata dall'Italia tra il '39 ed il '40 durante la non belligeranza) ed infine, prese tempo, finché la possibilità di un intervento diretto non fu definitivamente accantonata.


La nascita dell'unità di volontari spagnoli

Subito dopo l'inizio dell'Operazione Barbarossa, Franco decise di aiutare concretamente le potenze dell'asse. Un corpo di spedizione spagnolo composto esclusivamente da volontari, avrebbe salvato la neutralità spagnola e la posizione di alleato non belligerante dell'Asse. Così facendo, pensò Franco, la Spagna si sarebbe trovata in una buona posizione diplomatica in ogni caso, sia nell'eventualità di vittoria che sconfitta dell'Asse.

Il 24 Giugno 1941 la Germania approvò l'invio di un corpo di spedizione spagnolo. 
Le autorità spagnole stimarono inizialmente di poter inviare in Russia circa 4-5.000 uomini, tuttavia, le richieste di arruolamento al corpo di spedizione superarono di gran lunga le stime iniziali. 
Complessivamente fu possibile arruolare circa 20.000 uomini, ciò rese possibile la creazione di un'intera divisione da inviare sul fronte russo.
La maggior parte dei volontari era reduce dalla guerra civile spagnola, non si trattava quindi di un unità senza alcuna esperienza, anzi, la divisione di volontari costituita dagli spagnoli poteva tranquillamente essere considerata un unità veterana. Ciò rallegrò i tedeschi, inizialmente restii a voler impiegare i  volontari spagnoli direttamente sul fronte, pensando potessero essere utili nelle retrovie come forza d'occupazione o alla lotta anti-partigiana.

L'unità spagnola venne inviata in Germania il 13 Luglio 1941, dove venne dotata di uniformi tedesche modificate (Gli spagnoli essendo un corpo volontario non potevano utilizzare le uniformi dell'esercito regolare spagnolo), con delle mostrine personalizzate ed emblemi sull'elmetto.


(Una compagnia della Divisione Spagnola)


La divisione venne denominata 250. Einheit spanischer freiwilliger (250a Divisione volontaria spagnola). Spesso chiamata anche Blaue Division a causa del colore azzurro delle camicie utilizzate dai volontari spagnoli.
Gli spagnoli vennero dotati dell'armamento standard della fanteria tedesca, oltre che svariati pezzi pesanti per la formazione di un reggimento d'artiglieria autonomo.


La division azul in guerra

Il 20 Agosto gli spagnoli vennero finalmente inviati in Russia, dove il comando germanico decise di assegnare l'unità al gruppo armate nord, alle dipendenze della 16sima armata.
Inizialmente schierata sulle rive del Volkhov, la divisione copriva un settore di circa 50 Km fino al lago Limen.

La division Azul, andò incontro ad un clima rigidissimo, al quale i suoi soldati non erano di certo abituati, il freddo causò svariate perdite agli spagnoli, tanto che il comandante di divisione dovette chiedere ai tedeschi l'invio di altre uniformi invernali, richiesta che venne loro respinta, in quanto la Wehrmacht aveva già difficoltà nel rifornire interamente l'enorme esercito impegnato sul fronte russo e non aveva alcuna intenzione di fornire agli spagnoli altro materiale supplementare più di quanto fosse già stato loro consegnato.


(Soldati spagnoli sorvegliano le rive del Volkhov)

Nell'Agosto del '42 la divisione venne inviata a coprire il fronte sudest di Leningrado, nell'area del fiume Izhora.
A causa delle perdite registrate fino a quel momento, fu necessario far arrivare dalla Spagna altre reclute, quest'ultime non avevano tuttavia, la stessa esperienza dei volontari arrivati in terra sovietica l'anno precedente.
Dopo la battaglia di Stalingrado, la situazione si fece più difficile, i sovietici rinvigoriti dalla grande vittoria ottenuta studiarono un offensiva per poter infliggere una grossa sconfitta alle forze dell'Asse anche a nord.


(Truppe spagnole trincerate nei pressi di Leningrado)


Il 10 Febbraio 1943 le forze sovietiche diedero il via all'Operazione stella polare, con l'obiettivo di insaccare le forze dell'Asse presenti nella zona di Ladoga e San Pietroburgo.
Alle 6:45 del mattino le linee spagnole (Nell'area di Krasny Bor) vennero bersagliate dall'artiglieria sovietica ed in particolare dal lancio dei razzi Katyusha, dopo circa due ore, iniziò l'attacco combinato sovietico composto da fanteria e carri armati.
La prima linea spagnola venne facilmente sopraffatta, il bombardamento effettuato poche ore prima aveva ridotto sensibilmente la combattività delle prime linee, che non furono neanche in grado di ritirarsi.

(Disegno raffigurante la battaglia di Krasny Bor)


Gli spagnoli però erano ancora in possesso dell'abitato di Krasny Bor, dove si concentrarono nei pressi della stazione ferroviaria.
L'unità spagnola riuscì a resistere stoicamente alle avanzate della fanteria e soprattutto dei carri sovietici, riuscendo a tenere la stazione fino alle 12:00 circa, quando con soli 40 uomini sopravvissuti, venne circondata ed infine definitivamente sopraffatta.

Nonostante la presa della stazione, metà della città era ancora sotto il controllo delle truppe spagnole, gli spagnoli riuscirono a distruggere svariati carri sovietici utilizzando le bombe molotov e granate anticarro spesso al prezzo della loro stessa vita.
Nel pomeriggio, la resistenza spagnola venne supportata dalla Luftwaffe, che attaccò le truppe sovietiche che cercavano di spezzare la resistenza spagnola lungo i fianchi così da poterle circondare.
Verso le 17:00 il comando tedesco inviò nel settore spagnolo alcuni gruppi di riserva della 212a divisione tedesca e alcune compagnie delle SS belghe e lituane.
Alla fine della giornata, i sovietici non erano ancora riusciti a completare con successo l'attacco, mentre gli spagnoli riportarono la perdita del 70% degli effettivi, con la conseguenza di avere ormai forze limitatissime da poter contrapporre ai sovietici.

Il giorno successivo, i sovietici riuscirono a conquistare Krasny Bor, tutta via la resistenza prolungata degli spagnoli riuscì nell'importantissimo compito di evitare il collasso del fronte, cosa che avrebbe portato con ogni probabilità ad un disastro strategico per le forze dell'Asse.
I sovietici invece, pur avendo archiviato una successo tattico, non riuscirono a distruggere la 16sima armata tedesca che si ritirò in larga parte senza finire per essere circondata dalle truppe russe.


La fine della Division Azul

In seguito al massacro di Krasny Bor, la divisione spagnola si ritirò dietro la linea del fronte in attesa di nuove reclute e per osservare un periodo di riposo.
Questa volta, l'ultimo scaglione di reclute inviate in Russia non era composto da volontari, ma da coscritti.
Tuttavia, a causa di forti pressioni fatte dagli alleati alla Spagna, con la minaccia di una eventuale invasione, Franco decise di rimpatriare la divisione spagnola e interrompere così il coinvolgimento diretto della Spagna nel conflitto.

La maggior parte dei soldati rientrò in Spagna a partire da Settembre-Ottobre 1943, quando ormai la guerra sembrava prendere definitivamente la via degli alleati.
Tuttavia, circa 2.500-3.000 spagnoli, si rifiutarono di rientrare in Spagna e formarono un gruppo del tutto autonomo chiamato Legion Azul.
La legione venne poi successivamente inquadrata nella 28esima divisione SS, dove partecipò ai combattimenti in Pomerania e Brandeburgo.
Infine, gli spagnoli parteciparono alla battaglia di Berlino dove fino all'ultimo secondo di guerra ed all'ultimo proiettile continuarono la loro personale crociata contro i sovietici.

Gli spagnoli complessivamente persero tra i 6.000 e gli 8.000 uomini durante la guerra, oltre a più di 10.000 feriti.
La divisione azul venne decorata da numerose onorificenze tedesche (Tra le quali 2 Croci di cavaliere, 138 croci di ferro di prima classe e 2.300 di seconda classe), a testimonianza dell'ottimo servizio svolto al fianco dei soldati germanici. 


(Monumento dedicato ai caduti della Division Azul)









D.M.




























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