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Visualizzazione dei post da maggio, 2018

Non solo U-Boot (Parte I - La guerra di mine)

(Tre dragamine della classe M35) Il naviglio sottile della Kriegsmarine Si è parlato e scritto molto riguardo la marina tedesca durante la seconda guerra mondiale, soprattutto dei suoi temibili U-Boot, delle corazzate tascabili e della poderosa Bismarck. E' naturale che l'attenzione degli storici e degli appassionati si presti maggiormente a queste unità, il loro impatto visivo (per quanto riguarda le grandi navi come le corazzate) e la loro fama di mortali cacciatori marini (gli U-Boot) catturano l'immaginazione anche di chi non è un esperto del settore. Tuttavia, le grandi navi, sono solo una piccola parte di una marina da guerra, la vera ossatura è infatti costituita da un gran numero di più piccole imbarcazioni da supporto, senza le quali, una marina non potrebbe funzionare. Ad esempio, p oco celebrati dalla storiografia, nonostante l'alto numero di personale decorato con le più alte onorificenze tedesche dell'epoca,  i dragamine ted

L'eutanasia di Mussolini

(Il gran consiglio del fascismo)   L'inizio della fine Nella primavera del '43 la guerra per l'Italia aveva preso ormai una piega sfavorevole, con la definitiva sconfitta delle forze dell'asse in Africa, nessuno si faceva più illusioni, si trattava di capire solo come e quando porre fine al conflitto ormai perduto. Lo stesso Mussolini, il 15 Maggio del '43, con una lettera al re Vittorio Emanuele III si riferisce all'eventualità di una pace separata. Il duce aveva ormai perso il favore dell'opinione pubblica e tra gli stessi fascisti le critiche al capo erano sempre più frequenti e severe. Il capo di stato maggiore, generale Vittorio Ambrosio, propose al re di sostituire Mussolini con il maresciallo Badoglio, questo già in Marzo, tuttavia, il sovrano voleva procedere ad una modifica graduale, sperava in un crollo del regime mussoliniano non provocato da nessuna forza esterna. (Generale Vittorio Ambrosio) Con l'arri

Africa addio

(Il generale Messe "sulla sinistra", si presenta al generale Montgomery dopo la resa) Premessa Cade in questi giorni il 75° anniversario della fine dei combattimenti in Africa nella seconda guerra mondiale, dopo circa tre anni di lotta le forze dell'Asse vengono costrette alla resa dalle preponderanti forze alleate, concludendo la propria vicenda bellica in Tunisia, vediamo dunque come si sono svolti questi eventi. Operazione Torch Dopo che la guerra nel nord Africa ha visto concentrarsi le battaglie esclusivamente tra Libia ed Egitto, l'8 Novembre 1942 gli anglo-americani aprono un secondo fronte nello scacchiere del Mediterraneo, sbarcano in Marocco ed Algeria, al tempo colonie francesi amministrate dal governo di Vichy. Inizialmente le forze francesi lì presenti, cercano di resistere agli sbarchi, a Casablanca la corazzata "Jean Bart" ormeggiata nel porto, reagisce immediatamente, iniziando ad aprire il fuoco con i suoi pode

L'Impresa di Premuda

(Disegno raffigurante l'attacco alla Corazzata "Szent Istvan") La guerra nell'Adriatico Conosciamo la prima guerra mondiale soprattutto per le trincee, gli assalti all'arma bianca, gli zeppelin ed altre "fotografie" che abbiamo nella nostra mente, raramente però associamo a questo conflitto la guerra che si è combattuta sul mare, nonostante in realtà abbia giocato un ruolo di primaria importanza (Soprattutto per quanto riguarda il teatro dell'Atlantico). L'Italia, scesa in guerra a lato dell'Intesa nel Maggio 1915 si ritrovò a fronteggiare sul mare principalmente la marina militare austro-ungarica. Teatro di questo scontro fu ovviamente il mar Mediterraneo ed in special modo il piccolo Adriatico. La strategia principale della marina italiana fu quella di bloccare la flotta austriaca nel mar Adriatico, operando un blocco presso il Canale di Otranto, unica via d'uscita verso il Mediterraneo centrale. (La coraz