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A nuoto verso le stelle


(Luigi Ferraro in tenuta da immersione)



Gruppo Gamma

E' ben nota la tradizione degli assaltatori marittimi italiani, fin dalla prima guerra mondiale con l'avvento del M.A.S. la marina italiana andava sempre più verso lo sviluppo di unità leggere capaci di azioni rapide e risolutive.
Famosissima è poi la Xa M.A.S. l'unità speciale a cui sono legate le più interessanti pagine di storia militare italiana. Al suo interno la Xa M.A.S. sviluppo' un gruppo d'assaltatori, chiamato gruppo Gamma. 
Quest'unità speciale inizio' il suo addestramento presso La Spezia, il tutto in anonimato. Peculiarità di questo nucleo operativo era l'utilizzo di esperti nuotatori e sommozzatori capaci di agire segretamente dal mare contro imbarcazioni o installazioni portuali avversarie, utilizzando delle cariche esplosive da posizionare sotto la chiglia della nave nemica.

Tra le varie operazioni condotte da questa unità, vale la pena citare quelle condotte da un vero eroe del mare. Luigi Ferraro.


Chi è Luigi Ferraro?

Ferraro nasce il 3 Novembre 1914 a Quarto dei Mille in provincia di Genova, qualche anno dopo la famiglia si trasferisce in Libia a Tripoli. 
Fin da bambino ha un rapporto particolare col mare, un attrazione innata per il nuoto. Già a 14 anni compie delle immersioni sui fondali marini come fosse un esperto nuotatore.

Nel 1933 giunge a Roma per frequentare l'Accademia fascista d'educazione fisica. L'esperienza lo colpisce nel profondo, s'innamora della città eterna e del fascismo. 
Ottiene l'abilitazione ad insegnante d'educazione fisica nel 1937 per poi far ritorno a Tripoli nel '39 dove conobbe Orietta Romano, anch'ella insegnante d'educazione fisica. Fu praticamente un colpo di fulmine, si sposarono ed ebbero due figli.


(Ferraro e la moglie il giorno delle nozze)



La guerra ed il gruppo Gamma

Al momento dell'entrata in guerra dell'Italia si trovava a Napoli, rientrò immediatamente a Tripoli dove si arruolò volontario come camicia nera.
Fino al 1942 restò alle dipendenze della Milmart (Milizia marittima d'artiglieria) comandando una batteria costiera.

Quell'incarico gli sta stretto, vorrebbe fare di più, osserva il mare ormai diventato un immenso campo di battaglia e spera di poter dare lì il suo contributo.
Le sue doti da nuotatore lo portano a Livorno dove frequentò la scuola sommozzatori, finalmente in grado di poter far fruttare la sua dote naturale viene immediatamente notato dai suoi superiori. Promosso quindi vicecomandante e istruttore.

Nel Maggio 1943 arriva finalmente la sua occasione. E' Junio Valerio Borghese in persona ad assegnargli una missione che ha come obiettivo azioni di sabotaggio ai danni del naviglio nemico.
Il servizio informazioni della marina era venuto a sapere che i mercantili alleati andavano a rifornirsi di Cromo (minerale importantissimo per le industrie belliche) in Turchia (Nazione neutrale ma che aveva iniziato a cooperare a livello commerciale con le potenze alleate). 
Precisamente, Ferraro venne inviato ad Alessandretta città della provincia di Hatay vicino al confine con la Siria.

Il servizio informazioni fornì a Ferraro una falsa identità. Ufficialmente si recò in turchia come diplomatico presso il consolato italiano di Alessandretta. Grazie al passaporto diplomatico riuscì a trasportare tutto il materiale necessario (compresi gli esplosivi) senza dover essere sottoposto ad alcun controllo.

In Giugno una volta arrivato in città iniziò a condurre una doppia vita. Timido e schivo funzionario del consolato di giorno ed incursore della marina di notte.
Le sue passeggiate notturne in riva al mare nei pressi del porto gli servirono per studiare la zona, tuttavia evitò di farsi vedere in acqua, anzi finse di non saper nuotare per evitare qualunque sospetto.

Il 30 Giugno Ferraro decide di passare all'azione, verso le 22:30 si recò in spiaggia presso lo stabilimento balneare dove aveva accuratamente nascosto la sua attrezzatura. Tinse il suo volto di nero, indossò le pinne e prese con se due bauletti esplosivi. 
Verso la mezzanotte si immerse ed iniziò a nuotare verso l'Orion, un mercantile alleto da 7.000 tonnellate carico di Cromo.
Giunto alla nave dopo circa 2.000 metri percorsi in acqua riuscì ad applicare i bauletti esplosivi alla chiglia.
Per le 3:40 del mattino si trovava di nuovo in spiaggia, si cambiò e rientrò senza destare alcun sospetto presso il consolato.
Il giorno dopo il mercantile Orion prese il largo, i bauletti esplosivi agganciati alla chiglia erano progettati per esplodere dopo qualche miglia di navigazione in modo da rendere sicuro l'affondamento della nave.
Le cariche esplosero come previsto, l'Orion colo a picco a largo di Alessandretta insieme al suo prezioso carico.



(Schema delle azioni compiute ad Alessandretta)



Ferraro ripetè l'azione altre tre volte, utilizzando modalità simili riesce a piazzare altre cariche esplosive sui mercantili Kaituna, Sicilian Prince e Fernplant. Anch'esse cariche di Cromo.
Il Kaituna subì danni gravissimi a causa dell'esplosivo e fu costretto ad arenarsi nei pressi di Cipro per evitare l'affondamento. Gli inglesi iniziarono ad insospettirsi, tanto che iniziarono ad ispezionare le navi prima di farle salpare. Fu così che riuscirono a trovare l'esplosivo applicato sul Sicilian Prince poco prima che salpasse, salvando così la nave dall'infausto destino.
Non fu lo stesso invece per il Fernplant, il mercantile prese il largo e l'esplosione ne causò l'affondamento.



(Il mercantile Fernplant)


A quel punto Ferraro aveva terminato le cariche esplosive e il fattore sorpresa in seguito agli affondamenti iniziava a scemare. Fece quindi ritorno in Italia verso la meta di Agosto del 1943.


L'8 Settembre e la R.S.I.

Al momento dell'entrata in vigore dell'armistizio si trovava a La Spezia, senza esitare scelse di aderire alla Repubblica Sociale Italiana.
Dichiarò che l'adesione alla R.S.I. era per lui la rappresentazione dell'impegno per la parola data, battersi per essa significava combattere per la patria in difesa del nemico angloamericano ed anche dai tedeschi che dopo l'8 Settembre a detta sua avevano più di qualche pretesto per potersi comportare più che nemico che come alleato.

Ferraro operò lungo le coste italiane fornendo supporto ai sabotatori della R.S.I. che sbarcavano alle spalle delle linee angloamericane.
Cercò anche di mettersi in contatto con la marina cobelligerante italiana, che combatteva dalla parte degli alleati ma l'operazione non riuscì.

Alla fine dell'Aprile del '45 con la fine della guerra alle porte si adoperò per evitare che i tedeschi distruggessero nella loro ritirata e combattimenti finali alcune installazioni industriali presenti nella provincia di Vicenza, tutto ciò tenendosi in contatto con alcuni esponenti del C.L.N. dimostrando di avere come vero ed unico scopo non l'ideologia ma la salvezza della sua nazione.

Fatto prigioniero dagli angloamericani, la fama di Ferraro non tardò ad arrivare ai comandi alleati che ai primi di Maggio chiesero la sua collaborazione sul fronte pacifico contro i giapponesi ancora in guerra contro le nazioni alleate.
Ferraro gentilmente rifiutò l'offerta, "Ciò che ho fatto per l'Italia non potrei farlo per nessun altro, magari me ne pentirò di questo rifiuto ma una collaborazione con voi è da escludere" disse al capitano inglese Lionel Crabb.


Dopo la guerra

Dopo il conflitto liberato dalla prigionia si dedicò ancora una volta al mare.
Nel 1948 fondò la prima associazione sportiva subacquea d'Italia, continuò quindi ad occuparsi della sua passione, fondando scuole sub in giro per il bel paese.


(Luigi Ferraro nei primi anni 2000, notare la medaglia d'oro al valore militare)


Diventa nel 1959 vicepresidente della confederazione mondiale attività subacquee carica che mantenne per 20 anni.
Nel 1962 fonda la Technisub, azienda che produce tutt'oggi attrezzatura subacquea.
Luigi Ferraro muore a Genova il 5 Gennaio 2006, l'allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ricevuta la notizia fa allestire per lui un funerale di stato, tenutosi il 9 Gennaio, verrà poi sepolto a Trieste accanto alla tomba della moglie Orietta.



D.M.


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Commenti

  1. Un grande italiano che a mantenuto fede alla parola data

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  2. Fortunato ad averlo conosciuto ... un grande Signore !!!

    RispondiElimina

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