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Visualizzazione dei post da ottobre, 2018

Verso la vittoria - Parte II

(Truppe italiane avanzano sul Montello) Inizia la battaglia Come stabilito dal piano elaborato non senza difficoltà dallo stato maggiore, alle 03:00 del 24 Ottobre l'artiglieria della 4a Armata guidata dal generale Giardino iniziava il tiro preparatorio contro le linee austro-ungariche sulla linea del Grappa, due ore prima rispetto al resto delle forze italiane, così da distrarre le forze nemiche verso quel settore. (Il comandante della 4a Armata, Generale Giardino) Giardino però era piuttosto pessimista riguardo l'esito della sua azione, non riteneva di possedere sufficienti pezzi d'artiglieria funzionanti per poter ottenere un qualche tipo di vantaggio sugli austro-ungarici ed al contrario dei suoi colleghi credeva che il nemico fosse ancora in grado di poter opporre un energica resistenza. Esattamente come previsto da Giardino il nemico iniziò quasi immediatamente il tiro di controbatteria, esso si rivelò molto efficace. Alle 06:00 le truppe ita

Verso la vittoria - Parte I

(Armando Diaz, capo di stato maggiore dell'esercito) Introduzione Tra pochi giorni saranno passati esattamente cento anni dalla fine del primo conflitto mondiale in Italia. Un anniversario che merita di essere ben ricordato per ciò che ha rappresentato per il nostro paese e per la storiografia militare. Le forze armate italiane dopo la sconfitta di Caporetto furono in grado di tenere il fronte, anche grazie alle capacità del nuovo capo di stato maggiore, il generale Armando Diaz, che sostituì Cadorna nel Novembre del 1917. Il nuovo comando portò una ventata d'aria fresca, Diaz infatti teorizzava la guerra in modo decisamente più moderno rispetto a Cadorna, ancorato alle sue convinzioni senz'altro anacronistiche. E' di Diaz l'idea di costituire la Sezione P, un organizzazione facente parte dell'esercito che vigilava sullo stato d'animo dei soldati, ritenuto dal generale parte fondamentale dello sforzo bellico, credendo che la sconfitta di Capo

"Protector et vindicator" - La nave immortale

(L'incrociatore corazzato San Giorgio a Tobruk) Una nave, tre guerre. L'Incrociatore corazzato San Giorgio venne progettato ed impostato nel 1905 nell'ambito del programma italiano di ampliamento della propria marina militare. La nave venne completata nel 1910 entrando poi ufficialmente in servizio nella primavera del 1911. Per l'epoca si trattava di un'imbarcazione moderna e potentemente corazzata, la sua cintura era infatti spessa ben 203 mm ed anche i ponti superiori presentavano un rivestimento protettivo in grado di fornire una tra le migliori protezioni dell'epoca. Qualche mese dopo l'Italia entrò in guerra contro l'Impero Ottomano (Guerra italo-turca), il San Giorgio a causa di alcune riparazioni necessarie in seguito ad un incidente entrò nel conflitto solo alle battute finali, operò davanti le coste libiche a protezione delle unità che trasportavano truppe e rifornimenti per l'occupazione della Tripolitania. Nonostante l'

La Grande Guerra in Libia (Parte II)

(Un gruppo di ribelli Senussi nel deserto libico-egiziano) Il sogno di Suez I ribelli arabi riuniti sotto la bandiera dei Senussi, spinti dai consiglieri ottomani che sognavano di poter entrare in possesso del canale di Suez, iniziarono l'invasione dell'Egitto alla fine del Settembre del 1915, sottraendo quindi forze dal fronte tripolitano. Il 12 Novembre cade Sollum, villaggio in territorio Egiziano, il cui presidio formato da elementi dell'esercito britannico non riuscì a tener testa alle forze arabe superiori numericamente. Nonostante questo successo all'interno delle forze ribelli arabe iniziarono ad aprirsi le prime crepe, le varie tribù riunite per combattere gli "infedeli" temevano infatti che le promesse fatte loro potessero rivelarsi un grande bluff. I consiglieri ottomani presenti consigliarono ad Ahmed Sherif as-Senussi di concedere più privilegi agli altri capi arabi ma rifiutò, mettendo in serio pericolo l'intera alleanza. Uno

La grande guerra in Libia - (Parte I)

(Truppe senusse muovono verso il confine libico-egiziano) Una colonia non colonizzata L'Italia ottenne il possesso della Libia dopo aver sconfitto tra il 1911 ed il 1912 l'Impero Ottomano nel conflitto conosciuto come guerra italo-turca. La Libia geograficamente e politicamente era divisa sostanzialmente in tre grandi regioni. La Tripolitania, che comprendeva tutta la fascia costiera adiacente alla città di Tripoli fino ai laghi Akhariyah ad est. La Cirenaica, che si espandeva dal confine con la Tripolitania fino al confine egiziano, città principali della regione erano Bengasi e Tobruk. Per finire vi era la grande regione del Fezzan, situata a sud e prevalentemente desertica, l'unico punto degno di nota era Sebha, ai tempi villaggio situato tra delle oasi nel deserto libico. (Fanti della Regia Marina a Tripoli nel 1911) La colonizzazione italiana non fu affatto facile, il governatore Giovani Ameglio riuscì a stabilire un vero controllo esclusivament