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La Grande Guerra in Libia (Parte II)



(Un gruppo di ribelli Senussi nel deserto libico-egiziano)



Il sogno di Suez

I ribelli arabi riuniti sotto la bandiera dei Senussi, spinti dai consiglieri ottomani che sognavano di poter entrare in possesso del canale di Suez, iniziarono l'invasione dell'Egitto alla fine del Settembre del 1915, sottraendo quindi forze dal fronte tripolitano.
Il 12 Novembre cade Sollum, villaggio in territorio Egiziano, il cui presidio formato da elementi dell'esercito britannico non riuscì a tener testa alle forze arabe superiori numericamente. Nonostante questo successo all'interno delle forze ribelli arabe iniziarono ad aprirsi le prime crepe, le varie tribù riunite per combattere gli "infedeli" temevano infatti che le promesse fatte loro potessero rivelarsi un grande bluff. I consiglieri ottomani presenti consigliarono ad Ahmed Sherif as-Senussi di concedere più privilegi agli altri capi arabi ma rifiutò, mettendo in serio pericolo l'intera alleanza.

Uno dei consiglieri ottomani preferì rientrare a Costantinopoli tramite un sottomarino tedesco, mentre un altro, Nuri Bey, restò comunque al comando delle truppe Senusse.
Superate (anche se non definitivamente) le divergenze interne, Bey avviò l'offensiva verso Sidi El-Barrani. Nel giro di un mese le truppe arabe riuscirono a superare d'impeto le difese britanniche, durante l'avanzata furono capaci di catturare anche alcune batterie d'artiglieria e qualche autoblindo, alcuni reparti britannici infatti vedendosi accerchiati si arresero alle truppe guidate da Bey. Tuttavia raramente i ribelli arabi facevano prigionieri, la maggior parte delle truppe italo-britanniche catturate vennero uccise, tra le vittime vi fu anche un colonnello dell'esercito britannico.
Le vittorie arabe erano state rese possibili dagli ingenti rifornimenti che i sommergibili tedeschi partendo da Pola (Austria-Ungheria) trasportavano fino in Libia oltre che da una decina di consiglieri militari tedeschi sbarcati sul posto.


(Teatro delle operazioni nord africane nella I G.M.)


Verso la sera del 15 Dicembre, le forze arabe arrivavano nei pressi di Marsa Matruh, riuscendo quindi a penetrare in territorio egiziano per oltre 200 Km ed a a poco medi di 300 Km da Alessandria d'Egitto.
I ribelli forti di circa 5.000 uomini ed un centinaio di ufficiali turco-tedeschi non attaccarono subito Marsa Matruh, si accamparono a ridosso del centro abitato per riprendere fiato dopo la lunga marcia, pensando di poter avviare una nuova offensiva pochi giorni dopo.


Il sogno infranto

Il 25 Dicembre le forze britanniche ammassate a Marsa Matruh, il doppio di quelle arabe (circa 10.000 uomini) assistite da una sessantina di pezzi d'artiglieria e numerose autoblindo, guidate dal generale Maxwell, attaccarono l'armata ribelle che si preparava ad una nuova offensiva.
Le truppe britanniche travolsero le file arabe, impreparate ad una battaglia difensiva si videro costrette ad una rovinosa ritirata verso il confine libico per evitare la completa distruzione.


(Pattuglia britannica in nord Africa)


L'armata britannica continuo ad avanzare verso la Libia ed il 26 Febbraio 1916, avvenne nei pressi di Agagia (un villaggio nei pressi di Sidi El-Barrani) una battaglia che si rivelò decisiva ai fini dell'intera campagna.
Alle 9:30 del mattino del 26 le forze britanniche costituite da varie unità provenienti dai vari possedimenti coloniali mossero alla volta dell'accampamento nemico, una delle pattuglie a cavallo dei senussi segnalo' l'arrivo del nemico alla forza principale, tuttavia i Senussi riuscirono a sparare solo qualche colpo d'artiglieria prima di decidere di ritirarsi per evitare lo scontro.
La fanteria britannica però tenne impegnate le truppe arabe a lungo, l'intervento in fine della cavalleria stroncò ogni tentativo di resistenza. La maggior parte dei ribelli fu fatta prigioniera, qualche superstite tra cui l'ufficiale ottomano Nuri Bey che riuscì a sfuggire alla cattura, si trovò costretto a fuggire verso l'interno della Libia. la guida dei Senussi invece, Ahmed Sharif AS-Senussi dopo la disfatta fu costretto ad abbandonare il suo ruolo, abdicando a favore del fratello Idris.

Il tentativo di penetrazione in Egitto era definitivamente fallito, i consiglieri militari ottomani vennero per la maggior parte rimpatriati. Nonostante ciò, Austriaci e Tedeschi continuarono a credere di poter almeno scacciare gli italiani dal territorio libico.


Torna la guerriglia

Tra i pochi consiglieri ottomani rimasti in Libia vi fu ancora Nuri Bey, deciso a portare a termine che gli era stato assegnato. L'ufficiale ottomano iniziò a combattere la tribù dei Senussi insieme alle altre tirbù arabe, ritenendoli colpevoli della sconfitta egiziana e poco affidabili.
Nell'Agosto del 1916 gli austro-tedeschi aumentarono la quantità di rifornimenti destinati ai ribelli libici, ritenendo che le roccaforti italiane ancora presenti potessero essere sopraffatte grazie al loro aiuto. Svariate tonnellate di armi, munizioni e vettovaglie venivano periodicamente scaricate dai sommergibili austro-tedeschi a Misurata.

Lo stesso generale Ameglio (governatore italiano della Libia) in un messaggio diretto al comando supremo affermò con preoccupazione che l'arrivo di rifornimenti austro-tedeschi alle forze arabe erano notevolmente aumentati di numero rispetto ai mesi passati. 

Tra il 1916 ed il 1917 le forze guidate dal turco Nuri Bey furono praticamente impegnate esclusivamente alla guerra interna contro i Senussi.
Quasi un anno dopo, Bey era riuscito a liberare la regione del Fezzan dalla presenza di ogni capo senussita ed a far passare dalla sua parte molti ribelli arabi precedentemente asserviti ai Senussi.
Bey affidò il controllo delle truppe arabe presenti in tripolitania al capo Suleiman, persona di cui si fidava tanto da consegnargli il controllo di un fronte così importante.

Le forze armate italiane presenti in Libia rimasero per tutto il tempo asserragliate nelle ultime fortezze rimaste in loro possesso. Il generale Ameglio rifiutava qualunque piano offensivo gli venisse presentato memore delle sconfitte ottenute qualche anno prima che per poco non costarono la perdita dell'intera colonia. I 34.000 italiani restarono quindi esclusivamente sulla difensiva.
Nel Dicembre del 1917 Nuri Bey venne richiamato a Costantinopoli, le sue capacità erano ritenute sprecate in un contesto come quello libico e fu riassegnato a compiti più importanti.

Dopo la guerra di movimento avvenuta tra il 1915 ed il 1916 in nord Africa, le forze arabe tornarono ad adottare la tattica della guerriglia, spesso attaccavano le difese italiane con offensive rapide e mirate, senza però provocare grossi danni all'avversario.
Dopo la disastrosa sconfitta di Caporetto, il capo di stato maggiore, Cadorna, chiese ad Ameglio il rimpatrio di almeno 10.000 uomini, questo provocò il panico nel governatore italiano di Libia che protestò direttamente con Sidney Sonnino all'epoca ministro degli esteri italiano. Grazie all'intervento diretto del ministro e successivamente del capo del governo, questa richiesta venne sospesa e poi definitivamente cancellata.

Il 1918 nonostante gli austro-ungarici ritenessero di poter ancora provocare il crollo delle forze italiane in Libia, gli Ottomani vista la gravissima situazione militare richiamarono in patria tutti gli addetti militari turchi. Segno evidente che ormai la disfatta era vicina.
Il 15 Luglio 1918 il generale Ameglio viene sostituito dal pari grado Vincenzo Garioni che arriverà a Tripoli l'8 Agosto.
Il nuovo governatore aveva un pensiero opposto al suo predecessore, riteneva di poter schiacciare le forze ribelli in Tripolitania per poi poter da lì partire alla riconquista dell'intera Libia.


(Il generale Vincenzo Garioni)


Ma la guerra volgeva ormai al termine, con il crollo degli imperi centrali le tirbù arabe si trovarono di nuovo isolate e lasciate al loro destino.
Il 4 Novembre 1918 con l'armistizio di villa Giusti terminò il primo conflitto mondiale per l'Italia che era riuscita a sconfiggere gli austro-ungarici nella decisiva battaglia di Vittorio Veneto.
Garioni iniziò comunque qualche operazione offensiva contro le tribù, tuttavia la vera riconquista della Libia avrà luogo solo qualche anno dopo a partire dal 1922.



D.M.

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