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Visualizzazione dei post da novembre, 2018

Pompieri a Malta

L'isola tormentata Sembra il titolo di un film comico italiano degli anni novanta ma non lo è, oggi andremo alla scoperta della poco nota partecipazione dei Vigili del Fuoco nella seconda guerra mondiale. L'isola di Malta situata a sud della Sicilia fu per gli italiani una spina nel fianco durante il secondo conflitto mondiale. I comandi italiani poco intelligentemente non avevano approntato un serio piano per l'occupazione dell'isola, che al 10 Giugno 1940 (giorno della discesa in guerra dell'Italia) era scarsamente difesa, considerata addirittura persa da parte del comando inglese ritenendo imminente un occupazione italiana dell'allora colonia britannica. Un piano di massima venne studiato dal comando italiano già nel 1935, tuttavia tale studio non venne mai realmente approfondito. Mussolini ebbe un ruolo decisivo per la mancata conquista di Malta durante i primi mesi di guerra. Erroneamente col crollo della Francia riteneva imminente la fine d

La Dieppe d'Africa

(Postazione difensiva italiana a Tobruk) Operazione Agreement L'inizio dell'estate del 1942 arrideva alle forze dell'Asse, l'armata italo-tedesca era riuscita a riconquistare Tobruk il 21 Giugno e ottenuto il permesso di continuare i reparti dell'Asse in nord Africa riuscirono ad arrivare ad un centinaio di chilometri da Alessandria. La situazione per i britannici era tra le più critiche dall'inizio del conflitto, c'era chi addirittura si aspettava l'arrivo delle forze nemiche ad Alessandria da un momento all'altro. Il comando riteneva così necessaria l'attuazione di un azione che potesse colpire gli italo-tedeschi e ridare speranza ai demoralizzati soldati britannici. (Unità del Long Range Desert Group) John Haselden comandante del Long Range Desert Group (un'unità speciale dell'esercito britannico, specializzata in azioni di guerriglia) prospetto' al comando una serie di attacchi atti al sabotaggio di

Verso la vittoria - Parte IV (Finale)

(Dipinto raffigurante la firma dell'armistizio di Villa Giusti) Salta il banco? Il 2 Novembre il generale austroungarico Weber attendeva notizie dal suo comando, il colonnello Schneller era ritornato a Trento per meglio comunicare con esso e riportare dettagliatamente quanto stava succedendo a Villa Giusti. La situazione era critica, l'esercito rischiava ormai la distruzione totale ed alcuni esponenti dell'alto comando spingevano per l'accettazione dell'armistizio onde evitare sciagure più gravi, ritenendo ancora di poter salvare il salvabile. In altri ambienti sembra invece che si volesse ritardare l'armistizio per poter negoziare da una posizione migliore. Addirittura pare che l'ammiraglio Horthy volesse tentare di forzare il blocco navale per far fuggire la flotta austroungarica in Spagna (paese neutrale). Nel bel mezzo di questo caos l'Ungheria, regno costituente dell'Impero si dichiarò formalmente indipendente da esso e nomino

Verso la vittoria - Parte III

Il momento decisivo Il 28 Ottobre, la situazione sul Grappa restava sostanzialmente invariata, diversa invece la situazione sul Piave. Alcune unità italiane erano riuscite con successo a creare delle teste di ponte sull'altra sponda del fiume, si fece quindi necessario e vitale il rinforzo di queste posizioni affinché non venissero distrutte da eventuale controffensive austroungariche. A Pederobba la 12a Armata era riuscita a creare una piccola testa di ponte, tuttavia rimase isolata dal resto dell'armata, rischiava quindi di essere definitivamente travolta dal nemico. Per quanto riguarda l'8a Armata guidata dal generale Caviglia e responsabile dell'attacco principale da condurre verso Vittorio Veneto, la situazione era similare a quella della 12a, alcune teste di ponte conquistate con fatica risultavano isolate in seguito alla distruzione dei pontoni da parte austroungarica, l'artiglieria asburgica martellava il fiume costantemente e rendeva il la