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La Dieppe d'Africa



(Postazione difensiva italiana a Tobruk)




Operazione Agreement

L'inizio dell'estate del 1942 arrideva alle forze dell'Asse, l'armata italo-tedesca era riuscita a riconquistare Tobruk il 21 Giugno e ottenuto il permesso di continuare i reparti dell'Asse in nord Africa riuscirono ad arrivare ad un centinaio di chilometri da Alessandria.
La situazione per i britannici era tra le più critiche dall'inizio del conflitto, c'era chi addirittura si aspettava l'arrivo delle forze nemiche ad Alessandria da un momento all'altro. Il comando riteneva così necessaria l'attuazione di un azione che potesse colpire gli italo-tedeschi e ridare speranza ai demoralizzati soldati britannici.


(Unità del Long Range Desert Group)


John Haselden comandante del Long Range Desert Group (un'unità speciale dell'esercito britannico, specializzata in azioni di guerriglia) prospetto' al comando una serie di attacchi atti al sabotaggio di alcune vitali infrastrutture in mano all'Asse che già soffriva di problemi logistici a causa dell'allungarsi del fronte.
Il piano consisteva in quattro attacchi ben distinti i principali verso le basi militari e portuali di Tobruk e Bengasi dove i commandos britannici avrebbero dovuto cercare di distruggere i depositi di carburante e le installazioni portuali, arrecando così un gravissimo danno al sistema logistico delle forze dell'Asse.
I due attacchi minori consistevano uno nell'attacco dell'aeroporto di Barce e l'altro nella conquista della piccola oasi di Gialo situata a circa 250 Km dal golfo della Sirte, quest'ultima sarebbe stata poi utilizzata come copertura per le unità in ritirata da Bengasi in seguito agli attacchi.

Il comando britannico ritenne buono il piano denominato Operazione Agreement e fissò la sua attuazione per il 13 Settembre.


Notte fonda a Tobruk

L'attacco principale cioè quello rivolto verso Tobruk consisteva in un assalto anfibio da parte di 4 unità navali nominate A,C,D,E mentre l'unità B si sarebbe infiltrata via terra, grazie a degli ebrei madrelingua tedesca che travestiti da soldati tedeschi a bordo di alcuni camion con la scusa di trasportare prigionieri britannici, avrebbero permesso l'infiltrazione dell'unità guidata dal colonnello Haselden in persona.
Una volta infiltrata a Tobruk l'unità B doveva conquistare le zone predisposte per lo sbarco delle altre unità e facilitarne quindi l'arrivo.

Alle 20:45 l'unità B inizia a superare i posti di blocco italo-tedeschi senza destare sospetti, una volta arrivati nei pressi dell'area portuale alcune sentinelle italiane insospettite dalla loro presenza scoprono l'inganno ma vengono uccise.
L'unità B occupa così un edificio nei pressi del porto, tutto per ora si svolge secondo i piani prestabiliti.
Alle 22:00 i britannici iniziano ad attaccare le postazioni difensive italiane posizionate a difesa della baia, riescono a cogliere di sorpresa le truppe italiane di alcune batterie costiere ma proprio quando tutto sembrava andare per il verso giusto, una delle postazioni attaccate riesce a reagire con successo, rallentando la corsa dei britannici. Non solo, gli italiani riescono ad inviare una staffetta al comando in modo da poter dare l'allarme (i britannici avevano interrotto le comunicazioni tra comando e postazioni della baia). 

A mezzanotte viene dato l'allarme generale, una batteria costiera italiana lancia i razzi di segnalazione antisbarco (rossi), i britannici perdono l'effetto sorpresa.
Si avvicinano intanto i mezzi da sbarco delle unità A,C, e D. 
Tra gli italiani inizia a circolare la voce che gli inglesi non fanno prigionieri (probabilmente a causa dell'uccisione di alcuni feriti italo-tedeschi ricoverati in un ospedale da campo nei pressi dell'edificio occupato dai britannici).

(Motozattera della marina italiana)

Alle 00:30 la motozzattera italiana MZ. 733 avvista alcune unità da sbarco britanniche ed apre il fuoco, riuscendo a disperderle.
Sulla spiaggia l'unità B combatte contro i fanti italiani ma non solo, anche i serventi delle forze armate (personale amministrativo, meccanico e medico) si uniscono al battaglione San Marco nella battaglia contro i britannici.
Inspiegabilmente Haselden alle 2:00 da il via libera anche all'unità A per iniziare le operazioni di sbarco, nonostante la situazione non sia ormai così favorevole.
Così alle 3:00 l'unità A scortata da due cacciatorpediniere si prepara a sbarcare i Royal Marines. Ironia del destino pochi attimi prima dell'inizio del culmine dei combattimenti il colonello Haselden muore colpito mortalmente alla testa.

(Il Ten. Colonnello John Haselden)


Alle 4:30 l'unità A inizia lo sbarco, ma la sorpresa non esiste più. Le batterie costiere italiane pronte ad attenderli con i riflettori compiono un massacro, dei 300 Royal Marines riescono a sbarcare solo in circa 150 uomini.
Viene richiesto l'aiuto dei cacciatorpediniere dal mare che si portano in posizione di tiro per coprire lo sbarco dei Marines. Tuttavia i riflettori contraerei riescono ad individuare anche i due caccia inglesi, le batterie costiere concentrano il tiro verso le due unità.
Alle 5:00 uno dei due caccia, lo Sikh viene colpito al timone, immobilizzato viene colpito altre volte ed affondato. L'altro caccia lo Zulu si avvicina per recuperare i naufraghi dell'agonizzante Sikh e cercare di rimorchiarlo al largo, l'operazione non riesce ed anche lo Zulu viene colpito dalle batterie italiane.


(Fanti italiani a Tobruk)


Alle 5:30 il battaglione San Marco ha ormai la meglio sulle forze britanniche che iniziano ad arrendersi.
Con le prime luci dell'alba si alza in volo la caccia italiana, con compiti di ricognizione offensiva. Il cacciatorpediniere Zulu gravemente danneggiato tenta di raggiungere il largo dove vi è anche l'incrociatore Coventry che intanto riceve ordine di rientrare in acque amiche.
Verso le 7:00 l'Ammiraglio Lombardi, comandante della piazzaforte di Tobruk comunica che la situazione è totalmente sotto controllo e che l'assalto nemico può dirsi fallito.
Alle 7:30 gli ultimi elementi britannici si arrendono agli uomini del San Marco ponendo così fine alla battaglia di terra.

Lo Zulu in gravissima difficoltà chiede aiuto al Coventry che torna indietro per soccorrere il cacciatorpediniere.
Alle 8:30 l'aeronautica italiana in ricognizione offensiva attacca delle unità minori britanniche che tentano di mettersi in salvo, riuscendo ad affondarne alcune. Verso le 9:00 interviene anche l'aviazione tedesca che scortata dai caccia Macchi M.C.200 prende di mira l'incrociatore Coventry, quest'ultimo viene centrato da alcune bombe lanciate da un Ju-88 una di esse colpisce uno dei depositi munizioni, sulla nave scoppia un devastante incendio che diventa impossibile da domare, condannando l'unità all'affondamento. Lo Zulu agonizzante alla fine affonda nel primo pomeriggio.


(L'incrociatore Coventry)


La battaglia poteva dirsi conclusa, per i britannici il risultato fu una disfatta totale. quasi 800 morti e 576 prigionieri oltre a 2 cacciatorpediniere ed un incrociatore affondati e diverse imbarcazioni minori perdute durante lo sbarco.
Un bilancio devastante, la perdita del comandante del Long Range Desert Group John Haselden fu un altro duro colpo per i britannici.
Gli italo-tedeschi (per lo più italiani in quanto la guarnigione costiera era composta quasi esclusivamente da militari italiani) persero 16 uomini e lamentarono 43 feriti, nessuna infrastruttura di Tobruk venne danneggiata.


Il fallimento Agreement

Quella stessa notte gli altri attacchi da parte dei britannici non ebbero miglior sorte di quello a Tobruk (fatto salvo per Barce).
A Bengasi il L.R.D.G. in combinazione con gli uomini della S.A.S. avrebbero dovuto attaccare le installazioni militari ma nettamente in ritardo rispetto alla tabella di marcia a causa di problemi tecnici dei mezzi dovettero rinunciare all'attacco. Gli assaltatori S.A.S. si ritrovarono così soli, vennero rapidamente sopraffatti dalla guarnigione italo-tedesca non riuscendo a colpire nessun obiettivo prefissato. Al mattino l'aviazione italiana insegui i superstiti che cercavano di ritirarsi attraverso il deserto colpendoli con mitragliate al suolo, solo in pochi riuscirono a fuggire.

Presso l'oasi di Gialo le unità britanniche convinte della scarsa combattività della guarnigione sottovalutarono le difese italiane e vennero respinti al prezzo di 61 uomini tra morti e feriti.
L'unico assalto che portò parziali risultati fu quello a Barce, un azione minore che consisteva nell'assalto all'aeroporto con l'obiettivo di distruggerne i velivoli a terra. L'unità abilmente riuscì a creare un diversivo, i britannici riuscirono a mettere fuori uso circa 23 aerei. Questa fu l'unica azione dell'operazione Agreement ad ottenere un qualche tipo di risultato positivo, decisamente troppo poco rispetto a quanto prospettato inizialmente.

Il fallimento di Agreement pose fine alle idee di poter sfruttare piccoli gruppi di commandos come parte di un grande piano strategico, i britannici continuarono ad utilizzare il Long Range Desert Group solo come unità di disturbo. L'unità speciale britannica ottenne comunque dei buonissimi risultati durante il conflitto.

Nonostante i britannici abbiano volutamente omesso il fatto di essere stati sconfitti dagli italiani (preferirono dare credito ai tedeschi considerati avversari più onorevoli nell'ambito di una propaganda di guerra atta a screditare sempre di più le forze armate italiane) i fatti (e soprattutto i documenti) dimostrano come Agreement sia stata una vittoria tutta tricolore.



D.M.

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