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Visualizzazione dei post da 2019

L'Auschwitz d'italia

(La risiera di San Sabba) "Qui andrà benissimo..." Dopo l'8 Settembre 1943 l'Italia si ritrovò spezzata in due, dal Lazio in su occupata dai tedeschi mentre al sud formalmente sotto l'amministrazione del governo Badoglio, ma de facto occupata dagli alleati. Il 23 Settembre, Mussolini liberato dai tedeschi annuncia la costituzione di un nuovo stato italiano posto sotto la sua guida, nacque così la Repubblica Sociale Italiana. (La suddivisione dell'Italia dopo l'8 Settembre) Il nuovo stato possedeva una libertà d'azione estremamente limitata, fu chiaro fin da subito che il neo costituito stato fascista era indipendente esclusivamente sulla carta. I tedeschi operarono sulla R.S.I. con piena libertà d'azione riducendo la repubblica di Mussolini ad un semplice protettorato o stato satellite che dir si voglia. Sotto la scusa delle necessità belliche il Reich tedesco occupò il Trentino-Alto Adige, la provincia di Belluno, Friuli

Wunderwaffen - L'Italia e le armi miracolose tedesche

(Una Rurhstahl SD 1400 "Fritz X" esposta al museo della RAF) Le armi miracolose Le wunderwaffen massima espressione della tecnologia e soprattutto dell'inventiva bellica tedesca, sono un chiaro esempio come un conflitto possa accelerare lo studio e lo sviluppo di alcuni campi scientifici che altrimenti non sarebbero stati in grado di portare alla luce tali invenzioni in tempo di pace, per quanto il concetto della guerra possa risultare spregevole è chiaro e visibile a tutti che essa già ad esempio nella prima guerra mondiale abbia condotto l'umanità alla scoperta di invenzioni rivelatesi poi utilissime anche in tempo di pace e presenti ancora oggi.  Le ormai famose wunderwaffen o armi miracolose hanno attirato per anni e continuano ad attirare ancora oggi l'attenzione di studiosi ed esperti della storia militare. Tra le più famose vi sono le V1 e le V2, l'ME-262 uno dei primissimi caccia a turbogetto della storia. L'Italia e le wu

"La più potente nave da guerra che l'arte navale abbia mai espresso"

(La RN Caio Duilio all'entrata in servizio nel 1880) Una sfida italiana Era l'ormai lontano Marzo 1873, il Regno d'Italia si era costituito da appena dodici anni eppure c'era già chi in Italia pensava di poter lanciare la sfida alle potenze marittime per il controllo del Mediterraneo. Simone Saint-Bon contrammiraglio della Regia Marina presentò al parlamento italiano il progetto di costruzione della classe Caio Duilio, una tipologia di nave che se realizzata avrebbe modificato i rapporti di forza marittimi nel Mediterraneo (e non solo) a favore dell'Italia. Il parlamento approvò con entusiasmo il progetto e il contrammiraglio fu nominato qualche mese dopo ministro della marina. Saint-Bon aveva presentato al parlamento un progetto dell'ingegnere navale Benedetto Brin, progetto che in realtà aveva già visto la luce dato che l'impostazione delle due navi della classe Caio Duilio (Enrico Dandolo e Caio Duilio) era già iniziata fin dai primi mesi del 1

La vittoria perduta

(Due soldati italiani mostrano una bandiera britannica catturata in seguito alla conquista del Somaliland) Togliersi la spina nel fianco Il 10 Giugno 1940 l'Italia entra in guerra al fianco della Germania in quella che rapidamente evolverà in un conflitto totale e mondiale. Liquidata la Francia già agonizzante l'Italia si trovava ad essere l'unica potenza dell'Asse a combattere i britannici su fronti terrestri, questo entusiasmava Mussolini, entrato in guerra proprio per cogliere in extremis il frutto della vittoria. I fronti nei quali gli italiani sono impegnati sono ovviamente quelli africani, a nord quello principale tra Libia ed Egitto. A sud l'impero voluto da Mussolini si vedeva praticamente circondato da possedimenti britannici e tagliato fuori da ogni possibile contatto con la madre patria. Dall'Italia infatti non può giungere alcunché, canale di Suez e Gibilterra nelle mani dei britannici lo impediscono. Il vicerè d'Etiopia, Duca Am

Eccidio del Gondrand

(I cadaveri degli operai trucidati al cantiere N°1) Un posto pericoloso Nel Febbraio 1936 la guerra d'Etiopia era ancora nel vivo, le truppe italiane si apprestavano ad affrontare il nemico in quella che viene comunemente chiamata battaglia dell'Amba Aradam. In un qualsiasi conflitto la logistica è protagonista assoluta delle strategie dei contendenti, ed un territorio privo di strade e scosceso come quello etiope richiedeva uno sforzo logistico non da poco. Proprio in quest'ottica nelle retrovie gli italiani iniziarono la costruzione di strade coloniali.  Presso Mai Lala (Oggi Rama) un villaggio nei pressi del confine tra Etiopia ed Eritrea, la società nazionale trasporti Gondrand aveva dato il via ai lavori di costruzione di una strada di collegamento tra Asmara e Adua in Etiopia. Il cantiere posizionato non molto distante dal villaggio era stato denominato N°1 ed ospitava oltre all'ingegnere Rocca, sua moglie ed una novantina di operai, tra cu

Polizia dell'Africa italiana

(Reparto della P.A.I. schierato) Nasce la P.A.I. Nel 1936 poco dopo la conquista dell'Etiopia si ritenne necessaria la creazione di un corpo di sicurezza destinato al mantenimento dell'ordine nelle colonie italiane. Questo corpo sotto diretto comando del Ministero delle Colonie fu creato ufficialmente il 10 Giugno 1937 con regio decreto n. 1211, il corpo assumeva le funzioni di polizia giudiziaria, amministrativa e politica. Nonostante di base fosse un corpo civile, la P.A.I. fu un'istituzione fortemente militarizzata. Oltre al personale italiano, fu permesso l'arruolamento di libici, eritrei e somali. Il comando supremo della P.A.I. fu affidato al generale Riccardo Maraffa. Mantenere l'ordine nei territori d'oltre mare non fu impresa facile, già dopo la prima guerra mondiale l'Italia si vide impegnata in una lunga e sanguinosa opera di "pacificazione" della Libia. Con l'acquisizione dell'Etiopia si ripresentava un problema